Giulia Canavesi, 19 anni, è una delle ragazze che ha aderito al progetto Erasmus + e da Firenze è partita alla volta di Berlino, in Germania, per svolgere tre mesi di tirocinio. Ecco cosa ci ha raccontato di questa esperienza.
– Che tipo di tirocinio hai svolto a Berlino? Di cosa ti occupavi?
A Berlino ho svolto un tirocinio nell‘ambito del sociale. Affiancavo educatrici ed insegnanti in un centro ricreativo della città che mette a disposizione corsi e attività di tempo libero per bambini e famiglie. Organizzavamo anche feste di quartiere, compleanni e feste per le scuole della zona.
– Quali sono le competenze professionali che più hai migliorato grazie a questo tirocinio?
Grazie al tirocinio ho potuto sicuramente migliorare l’uso della lingua tedesca che già avevo studiato al liceo. Stavo per la maggior parte del tempo con bambini e genitori ed è stato facile imparare parole nuove fin da subito.
Mi sento più sicura a rapportarmi con altre persone più grandi di me, ho acquisito autonomia e flessibilità nei compiti che mi assegnavano e imparare a lavorare in gruppo è stato fondamentale.
Una volta uscita dal liceo non credevo di essere pronta ad entrare nell’ambiente lavorativo, invece grazie a questa esperienza ho imparato che mettersi in gioco e uscire dalla propria comfort zone è forse il modo migliore per crescere sia personalmente che da un punto di vista professionale.
– L’esperienza che hai fatto ha soddisfatto le tue aspettative?
Si, posso dire che le aspettative che avevo nei confronti di questa esperienza sono state soddisfatte a pieno.
– La città ti è piaciuta? Hai avuto modo di visitare Berlino?
La città di Berlino può apparire fredda e grigia ma se la si impara a conoscere senza pregiudizi poi ti cattura e non vuoi più andartene. È ricca di storia, è moderna find herego to shop, è internazionale, è giovane, è libera. Si dice che Berlino abbia più musei e mostre d’arte che giorni di pioggia e posso confermare il detto. Inoltre ogni giorno è possibile partecipare a eventi di tutti i generi, insomma a Berlino è impossibile annoiarsi.
– Quali sono state le principali differenze culturali e linguistiche che hai incontrato nel paese ospitante?
L’Italia e la Germania hanno molte cose in comune, ma è impossibile non notare differenze culturali importanti. Mi viene in mente per esempio il fattore della puntualità. Per i tedeschi è segno di rispetto arrivare puntuale a lavoro o ad appuntamenti, se non lo fai potrebbero metterti il muso anche per tutta la giornata. Arrivare puntuale però per loro significa arrivare con almeno 15 minuti di anticipo!
Ho notato che anche la cultura dei pasti è molto diversa. Raramente in Germania si fa un pasto completo di tutte le portate.
Ho notato inoltre molta più apertura e inclusione rispetto all’Italia per le persone LGBT +, cosa che ho apprezzato molto.
– Consiglieresti questo tipo di esperienza? Cosa ti ha lasciato?
Lasciare Berlino e tutte le persone che mi hanno accolto in questi tre mesi è stato difficile.
Un’esperienza così almeno una volta nella vita consiglio di farla a tutti. Si ha l’opportunità di conoscere nel vivo un’altra cultura, di fare amicizia, migliorare le lingue e soprattutto di crescere.